Qualche giorno fa sono andata a fare due passi nel giardino condominiale.delle luccicanze e la ricerca della meraviglia

Da quando mi sono trasferita nella casa in cui abito, sul finire del 2013, non c’ero ancora mai stata.

Perché, vi starete chiedendo, quando puoi stare in mezzo a della VERA natura ti metti a camminare in un giardinetto di poche centinaia di metri?

Per ricordarmi dell’importanza delle luccicanze e tenere allenata la ricerca della meraviglia!

Cosa sono le luccicanze?

Diversi anni fa, al termine di un cammino, arrivata all’Aquila, assistetti ad uno spettacolo teatrale di Marco Baliani, dal titolo: “Ho cavalcato in groppa ad una sedia”.

Durante lo spettacolo Baliani spronava alla ricerca, costante, giornaliera, di luccicanze. Almeno tre al giorno, diceva.

Contro una società che brucia le esperienze in un vortice di banalità, che uniforma il sentire secondo canoni pubblicitari, che appiattisce la percezione del mondo secondo schemi opachi, che costringe l’immaginazione a misurarsi col solo manifestarsi della realtà, contro tutto questo salgo su una sedia e mostro l’invisibile.”

Mostrarti l’invisibile è un po’ quello che voglio tentare di fare, quando ti accompagno, durante le mie escursioni.

Le luccicanze sono quelle piccole meraviglie che la vita ci riserva. Dobbiamo però imparare a trovarle e a vederle!

La ricerca della meraviglia è uno stato mentale, un modo di guardare alle cose, che riporta in vita il nostro essere fanciulli. delle luccicanze e la ricerca della meraviglia

E così nel mio “vacare” di quel giorno, in giardino, mi sono imbattuta in buffe presenze che mi occhieggiavano dal tronco di un albero, in opere d’arte degne di pittori del calibro di Jackson Pollock e nell’emozionante risveglio della natura.

Camminare è in assoluto il mezzo migliore per lasciarsi trasportare in questa dimensione extra-ordinaria e per portarsi a casa un po’ di quella meraviglia.

Concludo il racconto di questa mia piccola esperienza con un’altra breve citazione che ritengo molto appropriata.

Enzo Bianchi nel suo libro “ogni cosa alla sua stagione” prova a dare una definizione all’esperienza del camminare, scrive: “vacare significa tralasciare, smettere, discostarsi da un ritmo quotidiano per rinnovare l’autentica vita interiore, è un uscire da quello che facciamo per rientrare in quello che siamo, un far tacere quello che ci assorda per tornare ad utilizzare l’orecchio del cuore.

…o lo sguardo e la meraviglia di un bambino!